UFC 249 è stato senza dubbio uno degli eventi più importanti della storia delle MMA. Per spiegare l’importanza dell’evento partiamo dal significato simbolico: il PPV di Jacksonville ha segnato il ritorno degli sport professionistici a livello mondiale. A maggio, in piena pandemia, molte leghe professionistiche stavano solo iniziando a domandarsi se e quando sarebbero riuscite a ripartire, ma Dana White riuscì a organizzare uno dei migliori pay – per – view di sempre. Dopo un’ottima card preliminare – che sulla carta sembrava poter essere la migliore di sempre, anche se UFC 259 avrà qualcosa da ridire – iniziò il conto alla rovescia per la mastodontica main card. Tra gli incontri più attesi, la difesa titolata di Henry Cejudo contro Dominick Cruz per il titolo bantamweight.
Dopo un primo round equilibrato, Cruz si scoprì e venne punito da Cejudo con una ginocchiata. Triple C provò a chiudere il match e ci riuscì, con l’arbitro Keith Peterson che fermò l’incontro a due secondi dalla fine del round. Fin dai primi istanti successivi allo stop, Cruz mostrò tutto il suo disappunto per la decisione dell’arbitro, che a suo dire non gli aveva dato una chance di recuperare e continuare.
Nei giorni successivi The Dominator non lesinò critiche a Peterson, tanto da raccontare che l’arbitro “puzzava di alcol e sigarette“.
In una nuova intervista, sempre con Ariel Helwani, Cruz ha fatto capire di non aver cambiato idea:
“L’arbitro ha fatto un bel regalo a Cejudo. Sì, mi sono fatto colpire, non avrei mai dovuto trovarmi in quella posizione, ma stavo facendo le due cose che, secondo gli arbitri, devi fare per evitare lo stop: difenderti e cercare una posizione migliore. Stavo facendo entrambe le cose al momento dello stop.
Non puoi essere KO mentre sei in piedi con l’avversario addosso, stavo bene. Sono convinto che Keith Peterson mi abbia rubato quel match, non l’ho perso, è stato uno stop prematuro, al 100%. Lo dico da persona che si è sempre presa la responsabilità per le sue sconfitte. Ho perso con Cody Garbrandt (a UFC 207). Credo di aver vinto due round contro di lui, ma lui ne ha vinti tre, quindi direi che ha vinto. Mi prendo la responsabilità per quella sconfitta, ma questa è diversa, ecco perché è difficile da mandar giù.
Ho richiesto alla Commissione di non avere Keith Peterson come arbitro del mio prossimo match, posso solo pregare che accettino. Non sta a me decidere, loro prenderanno la decisione e la rispetterò, ma non credo che prima e durante il mio match abbia dimostrato di essere un arbitro competente.
Abbiamo ripassato le regole negli spogliatoi prima dell’incontro. Non mi è mai successo di dover dire ad un arbitro “Aspetta, ripeti, da capo, non capisco nulla di quello che dici. Non mi guardi negli occhi, ci sei? Sei presente?”. Non so se fosse nervoso o avesse qualcos’altro, ma non mi era mai successo.”
Cruz ha accennato alla sua sconfitta contro Cody Garbrandt a UFC 207. In effetti fa impressione vedere la sua reazione alla debacle di UFC 249, considerato come andò 4 anni fa. Dopo aver perso la cintura, l’ex campione bantamweight regalò un bellissimo discorso sull’accettazione della sconfitta come parte della vita. Dopo avervi ricordato che rivedremo Cruz nell’ottagono proprio a UFC 259 contro la promessa Casey Kenney, vogliamo chiudere l’articolo con questo messaggio di resilienza e perseveranza da parte di un atleta tormentato da gravi problemi fisici ma che ha sempre saputo guardare avanti. Fino ad ora, perlomeno.
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