Quando Chimaev prese un aereo per picchiare Mcgregor (venendo arrestato)

UFC – Khamzat Chimaev tentò di picchiare Conor Mcgregor in Irlanda ma fu arrestato, ce lo racconta lui.

Quando Conor Mcgregor affrontò verbalmente Khabib Nurmagomedov durante la press conference per UFC 229 non solo Khabib si sentì insultato, ma anche gran parte del popolo daghestano.
Alcune settimane dopo uscì la notizia che la polizia irlandese aveva arrestato un fighter sconosciuto che tentava di raggiungere Conor per dargli una lezione.

Due anni dopo il nome di quel fighter è noto a tutti i fan delle MMA, è Khamzat Chimaev. L’ascesa verso la notorietà di Chimaev è stata una delle più rapide della storia della UFC, grazie alle sue due brutali vittorie in soli dieci giorni nella “Fight Island”, seguite dal KO ai danni di Gerald Meerschaert in soli 17 secondi, lui stesso ha raccontato la bizzarra storia in un’intervista pubblicata dal The Sun.

Mentre Conor Mcgregor infuriava insulti verso Khabib, Chimaev si trovava in Svezia, Paese dove si era trasferito ormai da molto tempo.

“La mia testa stava esplodendo in quel momento, ma vivevo qui molto vicino a lui”, ha detto Chimaev.
“Stavo pensando che avrei potuto trovarlo nelle strade o nella sua palestra e pestarlo, questo è quello che si merita”.

Il fighter ceceno-svedese, che a quel tempo aveva solo un record amatoriale di 1-0, arrivato in Irlanda è stato prima fermato in aeroporto, dopo una breve attesa lo hanno lasciato andare ma solo per essere arrestato appena fuori da degli agenti speciali.
Il suo piano era di far finta di voler aiutare Conor a prepararsi per Khabib, per poi invece attaccarlo.

La storia di come Khamzat Chimaev tentò di picchiare Conor Mcgregor è raccontata nei dettagli nella seguente intervista riportata dal tabloid inglese The Sun.

Le storia raccontata da Chimaev

“Sì, sono atterrato e ho aspettato in aeroporto.
“Prima mi hanno fermato per un po’, e mi hanno detto di andare. Allora sono uscito. Quando ero fuori dall’aeroporto mi hanno fermato di nuovo.
“Quella volta erano uomini letteralmente in uniforme… si lo erano [forze speciali], a mi hanno detto ‘Tu non puoi andare da nessuna parte’.
“Ma io non ho capito cosa dicevano. A quel tempo il mio inglese era molto scarso. Anche adesso non è molto buono…

“Mi hanno portato alla stazione di polizia e tenuto lì per otto ore.
“Non c’è stata nessuna interrogazione. Sono stato messo in una cella. Ho aspettato forse per otto o nove ore.
“Stavo facendo flessioni e piegamenti. Non mi hanno nemmeno portato cibo. Dopo molto tempo mi hanno detto ‘Devi tornare in Svezia’.
“Hanno continuato, ‘Ti riporteremo in aeroporto dove un aereo ti attende’. Mi hanno riportato in aeroporto e rimandato a casa.

“Parlando onestamente, volevo picchiarlo.
“Molte persone pensano che ero andato lì per aiutarlo a prepararsi per Khabib.
“Ero andato lì per proteggere il nostro orgoglio e il nostro onore.
“Ero andato lì per tutti noi.
“Se non fosse successo avrei forse tirato, non so, qualche oggetto.
“Penso sarei stato in grado di cavarmela da solo”.

Author
Published
3 anni ago
Categories
Storie di MMAUFC
Comments
No Comments
Written by Giorgio Daino
Amante delle arti marziali, seguo le MMA da quando ero un bambino. Il mio obiettivo è di far conoscere agli italiani uno degli sport più esaltanti e adrenalinici del mondo. Ho una cintura marrone di Karate, qualche anno di Kickboxing alle spalle e dei maldestri tentativi di imparare il Jiu Jitsu.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: