UFC 259 – Gran nottata, quella di UFC 259. Tante sorprese, qualche ca**ata – capirete poi, quando vedrete l’evento – e tante battaglie conclusesi ai punti. Comunque sia, è anche assurdo soffermarsi in preamboli che non interessano a nessuno, per cui godetevi i voti.
UFC 259, i voti – Alex Rakic vs Thiago Santos
Due round ad uno per il croato, che gestisce complessivamente meglio il match anche se, stilisticamente, i migliori colpi li ha messi “Marreta”. Grande maturita da parte di Rakic, che si impone su un veterano con sapienza e grazie ad un’ottima gestione di match e distanze. In soldoni: 7 a Rakic, 5,5 a Santos che comunque non sfigura affatto. Match che sarebbe stato più godibile sui 5 round.
Islam Makhachev vs Drew Dober
Doveva essere dominio a terra, così è stato. In realtà Dober non demerita nemmeno poi tanto, ma il suo match doveva essere quello di un brawler a caccia del colpo più o meno pulito in fase di striking e questo ha provato a fare. Non ce l’ha fatta, bravo Makhachev che ha fatto il suo. 6,5 per Islam, 5 per Dober.
Aljamain Sterling vs Petr Yan
Boh raga ‘sto match è un macello. Primo round clamoroso di Sterling, che poi finisce la benzina e viene più o meno controllato – a tratti dominato, dopo un secondo round vinto – da un Petr Yan che al quarto round, in maniera grottesca, chiede al suo angolo se poteva colpire uno Sterling che aveva un ginocchio per terra. Bella ca**ata, con “The FunkMaster” palesemente rintronato a terra e non in grado di proseguire il match e “No Mercy” che perde il titolo in una maniera che definire grottesca sarebbe un eufemismo. Voto 5 a Sterling, 1 a Yan e credetemi, avrei dato anche meno.
Amanda Nunes vs Megan Anderson
Non ci sono, al momento, avversarie alla portata per colei che sarà ricordata come la donna più forte della storia degli sport da combattimento. Megan Anderson si impegna pure, ma risulta impotente di fronte alla Leonessa. Inutile anche commentare il match. 10 per Amanda, 6 per la Anderson che più di questo non poteva fare.
Jan Blachowicz vs Israel Adesanya
Chi è abituato a leggermi, lo sa: avevo previsto tutto. Israel Adesanya non è un innovatore, non è lo striker più forte e completo della storia delle MMA né, tantomeno, ci si avvicina lontanamente. Parliamo semplicemente di un buon kickboxer – non ottimo, buono – con una discreta gestione del footwork orizontale, abile nelle schivate in indietreggio e chirurgico nella selezione dei colpi. Zero tagli in diagonale, zero colpi spettacolari o inaspettati, solo dei solidi fondamentali ed una buona castagna nel colpo singolo. Nulla di più. E Jan Blachowicz? Uno working class hero che si è fatto da solo. Col tempo, piano piano, sbagliando e rischiando di venire tagliato dopo aver perso quattro match su 5 tra il 2015 e il 2017. Uno che si è costruito nel tempo, con meno talento naturale di altri ma con un gran lavoro in palestra.
Due round di studio, probabilmente favorevoli a “The Last Stylebender”. Dal terzo round, però, sale in cattedra “The Polish Power” con dei middle clamorosi, belle combinazioni ed una potenza nei colpi spaventosa. Successivamente, mostra anche una gran gestione della posizione a terra, piantando al suolo l’avversario e non permettendogli di muoversi e scrollarselo di dosso – sfruttando anche il proprio peso. Risultato? Vittoria meritata e significativa ai punti, prima sconfitta in carriera nelle MMA per Israel Adesanya e UFC 259 agli archivi con una gran prestazione del campione più operaio degli ultimi anni.
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