UFC – Sono passati più di tre anni dal primo incontro tra Stipe Miocic e Francis Ngannou. Il franco-camerunense arrivava alla sfida da imbattuto in UFC, con una striscia di sei vittorie di fila, tutte per finalizzazione. Erano in molti a pensare che sarebbe stato proprio Ngannou ad uscire dal match con la cintura alla vita, ma non è andata così: Miocic è riuscito a imporre il suo ritmo, pressare, schiacciare e portare a terra il suo avversario per tutti e cinque i round. “The Predator” è tornato a casa con un 50-44 per tutti e tre i giudici, che non ha lasciato nessun dubbio.
Ngannou ha voluto parlare proprio della sua prestazione in quell’incontro, visto l’imminente rematch tra i due:
Ovviamente non voglio togliere niente a Stipe, è stato il fighter migliore quella notte. Ma quando guardo quell’incontro, non mi riconosco. Anche nel modo in cui combatto, in cui scatto, è un tizio che mi assomiglia, ma non riconosco quello stile. Inoltre, ho fatto molti errori per quell’incontro. Non ero lì. Non avevo emozione, non lo so. Ero semplicemente lì, senza emozione. Questa volta sarà diverso. Ho avuto abbastanza tempo, io e il mio team abbiamo fatto tutto bene, e sono sicuro che l’incontro andrà bene.
Ngannou ricevette molte critiche per il suo cardio e la sua condizione, per la sua poca mobilità, per la poca resistenza mostrata al grappling di Miocic e per non essere stato in grado di offrire niente, con la schiena a terra. In seguito a quell’incontro, perse per la seconda volta in UFC contro Derrick Lewis e questo lo portò a prendere una decisione importante: lavorare full-time con il team Xtreme Couture, collaborando anche con coach del calibro di Teddy Atlas.
Adesso sarà tutto diverso. Mi ricordo che mentre l’incontro si avvicinava , pensavo a come sarebbe stato combattere per cinque round. Avevo un sacco di domande senza risposta. Non avevo nessuna esperienza. Anche se quella notte ho perso, sono tornato, c’era una parte di me che nonostante fosse infelice, era contenta di averlo fatto. Se faccio le cose nel modo giusto, posso farcela.
Adesso non ho più quelle preoccupazioni. Ho fatto una preparazione migliore e ho fatto esperienza. Ho lavorato molto sul mio wrestling, sul mio jiu-jitsu, anche sullo striking. Penso di essere migliorato molto e di avere ancora molti margini di miglioramento. Avrò anche 34 anni, ma penso di essere molto giovane in questo sport e di poter crescere ancora. Ho sempre voluto questo incontro per il titolo con Stipe. Perché come avete detto, quella notte ha dimostrato di essere un fighter migliore, voglio vendicarmi e provare che sono io il migliore.
I numeri di Ngannou, anche stavolta, sono impressionanti: cavalca una striscia di quattro vittorie di fila, tutte per KO, tutte al primo round. La più tardiva? Dopo un minuto e 11 secondi. A quanto pare però, stavolta ci terrà a dimostrare che la sua potenza non è la sua unica arma. La solidità, esperienza e completezza di Miocic riusciranno a prevalere anche su questo Ngannou 2.0? Sabato 27 marzo, ad UFC 260, lo scopriremo.
Sarà interessante anche il futuro nei piani alti della divisione: Dana White ha dichiarato che sarebbe difficile negare la “bella” a Stipe, visto che in caso di vittoria di Ngannou sarebbero 1-1. Nell’ombra però c’è un’altra incognita: Jon Jones. L’ex campione dei massimi leggeri ha puntato la divisione dei pesi massimi e da un momento all’altro potremmo vedere annunciato un match tra lui e un contender o il campione dei pesi massimi. Vedremo insieme come si evolverà la situazione nella divisione heavyweight.
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