UFC 260 – UFC 260 – Gran bell’evento, UFC 260. Non esattamente il tipo di evento ideale per chi vi sta per dare i voti targati Twister MMA per questo ultimo PPV, per preferenze stilistiche. Ma hey, questo è per cui buttiamoci subito dentro e diamoci sotto con le valutazioni.
UFC 260, i voti: Jamie Mullarkey vs Khama Worthy
Ma che voti vuoi dare ad un match finito in 46 secondi? Bravo Mullarkey, che ha distrutto Khama Worthy con una ferocia che, davvero, c’è da restare di stucco. 8 per Mullarkey, 4 per Worthy e siamo anche generosi.
Miranda Maverick vs Gillian Robertson
Ragazzi chiamatemi pazzo, sì, pazzo per Ge… no, Gillian Robertson. Per me le transizioni messe in mostra nelle fasi a terra valgono da sole il prezzo del biglietto, o del PPV o dell’abbonamento di DAZN perfino. I due giudici che hanno dato 30-27 sono davvero incommentabili perché, almeno un round, era della rossa atleta passata anche per l’Italia come sparring partner della nostra Micol Di Segni. Brava, solida ed esperta Miranda Maverick, Top Gun in alcune circostanze. 6,5 per lei, e 6 per la Robertson che meritava sicuramente qualcosina in più.
Sean O’Malley vs Thomas Almeida
Qua farò incavolare qualcuno di voi, ma seguite il ragionamento: c’è Sean O’Malley che, convinto quanto voglia di essere imbattuto, lo scorso match è stato steso dal modesto ma coriaceo – a me piace un sacco – Marlon “Chito” Vera. L’infortunio al piede ha influito, ma l’ecuadoreno lo ha finalizzato e lo avrebbe fatto anche senza il guaio fisico, visto l’andazzo del match. Quindi, per rilanciare uno “Sugar” in piena fame – non chimica – post-sconfitta gli si dà un atleta distrutto e finito già nel novembre del 2016, quando da strafavorito venne steso da Cody Garbrandt mentre vantava un record di 20-0. Almeida era 1-4 negli ultimi 5 match, non vinceva dal 2016 ed è l’ombra dell’ombra dell’ombra del fighter che era.
Messo lì come vittima sacrificale, senza meritare un posto in main card che serviva giusto per rilanciare mediaticamente O’Malley. E così è stato: però, e ditemi quello che volete, per me O’Malley ha mostrato tutto il suo repertorio contro un fighter pressoché finito, mai realmente pericoloso e che era lì a fare da sparring partner poco collaborativo per mancanza di verve e per smarrimento di talento. Poteva e doveva finire prima O’Malley, che ha mostrato tutto il talento che ricordavamo ma, per me, si merita un 7- dopo aver steso un Almeida da 2,5, che ora è 1-5 negli ultimi 6 match e viene da quattro sconfitte di fila.
Vicente Luque vs Tyron Woodley
C’è un meme dei Simpson che potrei usare per descrivere questo match, e il luogo designato è la scuola elementare di Springfield. Ma siccome è di cattivo gusto, non lo farò. Tyron Woodley ha definitamente smarrito la via, chi lo affronta ormai sa bene di doversi guardare da controllo a parete e destrone in forma overhand. L’esplosività dei bei tempi andati è sparita, ed il risultato è stato Vicente Luque che si mostra anche più abile di lui sia in piedi che a terra finendolo ad un minuto e 4 secondi dalla fine del primo round. 2 per Woodley, 8 per Luqué che, comunque, ha sprecato già in passato diverse occasioni per diventare un top di categoria e resta, salvo ulteriori exploit, un onesto gatekeeper.
Francis Ngannou vs Stipe Miocic
Lasciatevi spiegare una cosa, prima di tessere le lodi di Francis Ngannou: se siete convinti che Stipe Miocic abbia sbagliato match, non fosse in forma o altro non capite nulla di questo sport e fareste meglio a guardarlo senza sentire il bisogno di sproloquiare a vanvera. Assodato ciò: “The Predator” è il massimo con più prestanza fisica mai visto dentro un ottagono, UFC e non solo. Naturale, si intende, perché altrimenti potremmo ergere a paragone anche l’Alistair Overeem visto in Strikeforce e nelle prime apparizioni in UFC. Comunque sia: Francis Ngannou è arrivato all’impegno di UFC 260 lavorando sui tre punti che gli si rimproveravano, ovvero wrestling difensivo, tecnica di boxe – perché il KO power lo ha sempre avuto – e cardio. Questo è bastato per avere la meglio su uno Stipe Miocic coriaceo, coraggioso ad andare avanti dopo le bombe assorbite sul mento tra primo e secondo round. Che dire, fossimo al posto di Jon Jones, se poi “Bones” è quello visto nelle ultime due uscite contro Thiago Santos e Dominick Reyes, ci penseremmo due volte prima di provare a fare il salto ufficiale nei massimi. Voti 9 per Ngannou e 5,5 Miocic a cui, se proprio si può rimproverar qualcosa, forse sarebbe convenuto cercare di gestire la distanza per assorbire del tutto i colpi dell’avversario cercando di riprendersi.
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