UFC – Pronta sull’ottagono e schierata politicamente contro il regime comunista. All’anagrafe Rose Gertrude Namajunas, l’ex campionessa dal sorriso raro e penetrante ne dice quattro alla sua prossima avversaria e al sistema politico cinese: lo scontro di civiltà è alle porte?
Afferma che nonostante tutto “better dead than red”,
“Meglio morta che comunista”,
ripetendo uno slogan d’altri tempi che può infondere nuova linfa alla compagine repubblicana statunitense – ma non solo quella – contro la potenza sempre più manifesta proveniente dalla terra del dragone. Perché Thug Rose si troverà tra meno di due settimane, il 24 aprile a UFC 261, nell’ottagono di fronte all’attuale campionessa cinese Weili Zhang, nuovamente alla ricerca della conquista della cintura.
Nel frattempo tuttavia, si trova negli studi della Radio Nazionale Lituana, a parlare del match contro la cinese, adducendo un motivo più per non avere pietà della sua avversaria.
Argomenta anche tutta la questione, dichiarando che
“Animosità e rivalità possono essere dei fattori di motivazione in questi momenti. In realtà io tendo a non perdere il controllo e non odio Weili come persona. In tutto ciò però sento di dover combattere quello che lei rappresenta”.
E aggiunge:
“Ultimamente stavo ripensando al mio passato, alla mia famiglia e al posto da dove provengo. Con il mio training partner ci siamo visti un film che parlava della lotta lituana contro il comunismo. È stato come un promemoria: meglio morta che comunista, sì, comunista come la Zhang e ciò che rappresenta”.
Parole di fuoco quelle di Thug Rose, che inseriscono il match in un ambito patriottico, di sfida contro un nemico tanto diverso rispetto ai valori e alla visione del mondo che l’occidente ha.
Al riguardo afferma:
“Non c’è niente di personale contro di lei, ma è un enorme fattore di motivazione sul perché combatto. Combatto per la libertà, perché sono cristiana, perché ho sangue lituano, perché inseguo il sogno americano”.
Rose’s “better dead than red” comments #UFC261 (https://t.co/1deEaDYGci) pic.twitter.com/eKWzv9UUIE
— Borrachinha Depot (@FullContactMTWF) April 11, 2021
È praticamente un manifesto politico-esistenziale quello della Namajunas, che ha un sapore di tardi anni ’80. Gli anni di Rocky IV, quando il pugile italo-americano non combatteva solo contro Drago, bensì contro tutto il regime comunista, mostrando una resistenza fuori dal comune e anticipando il KO che tutta l’URSS di lì a poco si sarebbe da sola inflitto.
Paradossali possono essere definite le dichiarazioni di Thug Rose, una lottatrice che prima del match contro la Andrade sentiva il peso della cintura. Che dopo averla conquistata contro la Jedrzejczyk ha mostrato commoventi lacrime di liberazione.
Colei che ha confessato come al far vincere l’amore nella propria piccola esistenza, consegue fisiologicamente la conquista del titolo mondiale. È una feroce Rose quella che vedremo nell’ottagono al prossimo evento titolato, una donna onesta che ha bisogno di creare forti motivazioni, per affrontare ai massimi livelli la potenza strisciante dell’impero rosso e della sua campionessa.
E voi come valutate le dichiarazioni della Namajunas? Le considerate legittime o eccessive?
Ditecelo, con moderazione, nei commenti.
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