UFC – Uriah Hall è spesso citato come un perfetto esempio di potenziale inespresso. Dopo il KO durante The Ultimate Fighter, Dana White pensò di avere per le mani un potenziale campione.
Ma dopo la sconfitta al termine del reality, la carriera di Hall non è stata all’altezza della aspettative. A vittorie spettacolari con tanto di bonus sono seguite prestazioni deludenti appena il livello degli avversari si alzava. Il giudizio di fan e addetti ai lavori è sempre stato pressoché unanime: il talento di Hall non è mai stato in discussione ma le sue insicurezze e le sue carenze a livello mentale ne hanno limitato le prospettive. Queste carenze si esprimono soprattutto nella riluttanza a mettere in mostra un arsenale e un atletismo semplicemente spettacolari. Sono potenzialità che Hall indubbiamente ha, ma che non è mai riuscito ad esprimere con continuità.
Le insicurezze e i cattivi pensieri, per usare un eufemismo, hanno avuto un impatto molto pesante sulla vita di Hall e della sua famiglia per molti anni. Nel 2015, Prime Time si aprì riguardo al bullismo che lo tormentò durante gli anni delle medie e del liceo:
“Venivo dalla Giamaica e sono finito nella giungla di cemento di New York senza nemmeno sapere cosa fosse il razzismo. Ero costantemente vittima di bullismo, dovevo combattere anche se non sapevo come. Il momento più difficile arrivò sullo scuolabus. C’era questo bullo, mi diceva “Sei brutto, vero?” e si aspettava che dicessi di sì, ma io mi girai dall’altra parte come mi avevano insegnato. E lui mi picchiò. Mi picchiò così tanto che arrivò un altro bullo a dirgli di fermarsi. Ricordo di essere sceso dal bus, umiliato. Lunedì mi feci forza e andai a scuola, ma c’erano dei ragazzi che mi prendevano in giro e dicevano “Ti hanno preso a calci in culo venerdì, sei vivo?!”.
Arrivai alle superiori. Saltavo le lezioni, non volevo andare a scuola. Chiamarono mia madre e lei e mio fratello si misero ad urlare con me chiedendomi perché non andassi a scuola. Mi misi a piangere, dissi che odiavo la scuola, che non volevo più andarci perché mi bullizzavano. Mia madre mi chiese scusa, disse che non lo sapeva e mi portò da uno psicologo. La prima cosa che mi disse lo psicologo, appena mi vide, fu “Tu non hai fiducia in te stesso” e io risposi “Ma non mi dire, Sherlock!”
Iniziai a fare arti marziali e il resto è storia. ma quel capitolo della mia vita fu davvero pesante. Tempi duri, in cui arrivai a pensare al suicidio. Le arti marziali sicuramente mi hanno salvato la vita. Con il senno di poi sono grato per tutto, anche per i bulli, perché mi hanno reso quello che sono.”
Ma Hall, come dicevamo, non è l’unica persona della sua famiglia ad aver vissuto esperienze tragiche. In previsione dal suo match di UFC 261 con Chris Weidman – un rematch, se vogliamo, dato che i due si affrontarono in una piccola promotion newyorkese nel 2010 – Prime Time ha parlato ai giornalisti di quanto siano stati difficili gli ultimi anni per lui:
“Ho un megafono per parlare di problemi importanti. Non importa quello che vogliono riportare i media, ho la possibilità di essere me stesso. Io la vedo così: c’è qualcuno la fuori che ha bisogno del messaggio che voglio dare. Due o tre incontri fa mia sorella si è quasi suicidata. La preparazione a quel match è stata una delle cose più difficili della mia vita. Mia madre l’ha trovata, è stata un’esperienza orribile. Volevo essere lì con lei, ma non potevo. Sono felice che ne sia uscita, anche se è stata durissima. Ora sta molto ma molto ma molto meglio. Ho dovuto ricordarle chi fosse e come mi avesse ispirato. Ha finito la scuola, l’altro giorno era al Kelly Clarkson show e pensavo “Wow, sono così felice che tu sia ancora qui”. La depressione è una cosa di cui soffriamo in tanti. Nessuno vuole parlarne.
Io sono stato depresso. L’anno scorso ero davvero depresso, non ne avete idea, pensavo “Non ne posso più di questa m***a”. Se non hai nessuno con cui parlarne è una cosa che cresce e cresce fino a farti fare cose di cui ti pentiresti. Quando ne ho parlato in passato ho toccato nel profondo persone che ci stanno passando, in molti mi hanno scritto e mi ha fatto pensare “Wow, è peggio di quanto pensassi”. Non c’era solo la situazione di mia sorella, è un problema enorme. La mascheriamo così bene, pensiamo a Robin Williams, sembrava l’uomo più felice del mondo.
Non ne sappiamo nulla. Ma per quanto sia difficile essere gentili, proviamoci. Per me è una sfida che tutti dovremmo affrontare. Proviamo ad essere gentili, ascoltiamo per capire e non per rispondere. Tutti hanno qualcosa da dire ma cerchiamo di ascoltare per capire. Siamo tutti diversi, chiudiamo quella c***o di bocca e ascoltiamo per capire, perché tutti sono capaci a parlare.”
Hall evidentemente si riferisce al suo match contro Bevon Lewis a UFC 232, quando dedicò la vittoria a sua sorella nell’intervista post match.
"I wasn't fighting for me tonight. I was fighting for my sister."@UriahHallMMA with an emotional Octagon speech. #UFC232 pic.twitter.com/Vuwjd0Fzrl
— UFC (@ufc) December 30, 2018
UFC 261 è una nuova occasione che Hall avrà per dare una svolta definitiva alla sua carriera. Arrivare più in alto potrebbe dargli una voce ancora più potente per parlare di ciò che gli sta a cuore. Questo gli darà sicuramente una grande motivazione.
Qui sotto il video completo della conferenza stampa. Gli argomenti di cui abbiamo parlato vengono trattati a partire dal minuto 11:40.
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