UFC – Vedere Cody Garbrandt alzare la cintura sopra la testa è stato un brivido tutt’ora fiorente nella mente di tutti gli appassionati, consacrando uno degli incontri UFC più emozionanti degli ultimi anni.
Dopo quel match, furono spese molte parole, che spesso richiamavano al “Fighter del futuro”, o “Campione di nuova stirpe”.
Tutto questo però, era sbagliato almeno in parte, perché come al solito, sono gli stili che fanno gli incontri.
E quello fu un intreccio particolarmente interessante.
Dominick Cruz è uno switch hitter (colui che cambia guardia a seconda della pressione che mette o gestisce), che sfrutta un duplice movimento.
Il primo è una rotazione in pivot per cercare di accedere allo spazio avversario, ma in modo differente, visto che applicando un moto eccentrico riesce anche a sfuggire.
Una volta nello spazio del suo antagonista Cruz applica un movimento simmetrico, dove grazie allo spostamento a L, può allontanarsi e colpire o andare in takedown dagli angoli.
Grazie all’unione di questi due elementi riesce a creare uno spazio molto ampio e rischioso da coprire, che espone l’avversario a notevoli rischi.
Ma allora perché Cody Garbrandt è andato così a segno?
Cody è un brawler con una stance molto stretta, questo gli permise di posizionarsi in una zona intermedia nello spazio creato da Dominick Cruz.
Da quella posizione ed essendo già a contatto, i colpi di Cruz divennero inoffensivi, visto che, o erano soffocati sul nascere o addirittura tendevano a oltrepassare Garbrandt (i dart punch per fare un esempio).
Tutto il match infatti fu un lento e progressivo riposizionamento al centro di Cody Garbrandt, che da quella posizione, poteva solo divertirsi nel fare danni.
Con Rob Font invece, è radicalmente differente.
Rob è un In – fighter, ovvero un lottatore che cerca di lavorare molto dentro la guardia, per questo usa colpi come i ganci e l’uppercut.
Il suo footwork è prevalentemente rettilineo, i suoi colpi spesso circolari e con l’hand – trap (il tocco dei guanti avversari) o il jab cerca di trovare il contatto per accorciare la distanza.
Andare così vicino espone alla necessità di saper incassare colpi che facilmente arriveranno e una buona forza esplosiva e accelerazione specie nei primi round.
Arrivati a questo punto infatti, si rimarrebbe molto vicini ad usurarsi con colpi avvolgenti e in questo caso sì, l’allungo a favore di Font potrebbe fare la differenza.
Oltre a questo c’è da contare il fatto che il mento di “No love” è stato messo a dura prova durante le sue battaglie UFC e potrebbe non essere più in grado di reggere scambi molto prolungati.
Quindi fatte queste considerazioni, se non sarà Cody a creare lo spazio tra lui e Font, è probabile che subisca un KO specie tra il primo e il secondo round.
Il match di sabato sera a UFC Fight Night 188 è senza dubbio aperto e determinante per la divisione delle 135 libbre.
Tutto il pianeta sarà davanti allo schermo, per vedere se Cody Garbrandt riconquisterà la sua vecchia gloria, o se Rob Font sarà catapultato verso lo scenario titolato.
Comments
No Comments