Cory Sandhagen potrebbe anche essere il miglior peso gallo della UFC, ma la sua strada per dimostrarlo si sta dimostrando ancora più lunga e tortuosa del previsto, se possibile. Non parliamo solo dell’incontro di sabato con TJ Dillashaw, dei tanti match per ottenere la title shot o dello stallo tra Aljamain Sterling e Petr Yan, ma anche del suo percorso fuori dalla gabbia.
Sandhagen è laureato in psicologia e lavora al centro traumatologico dell’ospedale Mount St. Vincent, che, parole sue, “dà un significato alla vita al di là del combattimento”. Per questo Cory non ha mai smesso di lavorarci, nonostante le difficoltà legate al Covid e a una grande carriera in UFC che gli lascia sempre meno tempo libero. Raccontò la sua esperienza prima del match con Sterling (sotto trovate la traduzione).
“Prima lavoravo lì 30 o 40 ore a settimana. Ora vado a dare una mano più o meno una volta alla settimana. Il Mount St. Vincent ha un posto speciale nel mio cuore: lì mi hanno permesso di scegliere gli orari che volevo quando ero ad inizio della mia carriera da atleta, ed è davvero difficile essere un fighter povero che combatte per 2 000 dollari solo tre volte all’anno. Mi sono davvero venuti incontro e li porterò sempre nel cuore.
Cerco di tenere i miei lavori separati. Lo staff dell’ospedale mi supporta e ne parliamo, a loro piace e si divertono. I bambini, però, si trovano lì per certi motivi e molti di loro hanno sofferto abusi in passato, quindi cerco di tenere nascosto il fatto che sono un fighter. Quando lo racconto, i più grandi possono capire, o perlomeno pensano che faccia wrestling, tipo WWE. Ma non credo che capiscano cosa faccio e il livello a cui lo faccio.
Ma lo staff lo capisce. Sinceramente vado lì più per loro che per i bambini, perché costruire un rapporto con un bambino vedendolo solo una volta a settimana è difficile. Però mi fa piacere andare lì qualche ora a settimana e risparmiare allo staff un po’ di stress, perché è un lavoro incredibilmente stressante. Voglio essere riconoscente nei loro confronti e sapere che sono più riposati quando devono lavorare coi bambini.”
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