MMA – Che lo spettacolo nello sport ormai stia estendendo il suo dominio non è una novità. In fondo mettere insieme fighter inusuali, strani e contrapposti – come ad esempio i primi eventi UFC – attira sempre l’attenzione, e diciamolo, non poco. È adesso arrivato quindi il turno, dati anche i tempi che corrono, dei match tra maschi e femmine: come se ce ne fosse bisogno.
Ma si tratta ancora di MMA o è soltanto il film di Fausto Brizzi?
Un interrogativo questo, che ci si pone guardando una promotion polacca, la MMA-VIP, che propone combattimenti di 3 round da 3 minuti tra fighter amatoriali sia nelle MMA che nella boxe. Fin qui tutto bene, fino a quando però si vedono salire sull’ottagono generi sessuali diversi, maschi contro femmine, cosicché il conflitto umano possa raggiungere finalmente uno dei suoi apici.
E con buona pace di chiunque preferirebbe veder divisi in compartimenti stagni i sessi, le identità di genere, alti e bassi, bianchi e neri, cani e gatti, disabili e sani, e tutti i dualismi che possano esistere. Giusto o non giusto, vero è che gli esperimenti continuano imperterriti e l’attrazione verso lo spettacolo freak è ormai più che calamitante. Basti infatti guardare la risonanza che ha avuto il fenomeno dei Mini Khabib negli ultimi mesi.
— Matysek (@Matysek88) October 29, 2021
Tornando alla promotion polacca che fa i primi tentativi intergender, nel suddetto evento due sono stati i match che hanno visto uomini e donne contrapposti. Nel primo, in the red corner, troviamo una donna, Ula Siekacz, wrestler e istruttrice di fitness che sfida questo ragazzo semi truccato, Piotr Lisowski. Risultato: il tipo sovrasta rapidamente l’avversaria che non regge raffiche e allunghi, con conclusione brutale in ground and pound da parte del gentleman. La lottatrice dichiara che non si presterà più a farsi prendere così a sberle da un uomo: ma dai!
Nel secondo, anche qua, la sfida tra Michal Przybylowicz e Wiktoria Domzalska finisce molto in breve, con un TKO nel primo round inflitto dal ragazzo biondo platino, nella quale l’unica cosa segnalabile è l’evidenza di uno scontro impari cucito su misura sin dall’inizio.
— Matysek (@Matysek88) October 29, 2021
Nel frattempo, in realtà subito dopo l’evento, interviene l’IMMAF, la federazione internazionale delle MMA che supervisiona nella maggior parte del continente europeo gli eventi amatoriali e non. Il suo giudizio riguardo i match è lapidario e inequivocabile. Ecco le sue parole al tabloid britannico Daily Mirror:
“L’IMAFF non condivide categoricamente queste forme di intrattenimento intenzionalmente scandalose, che non rappresentano le arti marziali miste e i suoi valori, mettendo a serio rischio la salute femminile”.
Ma non è finita:
“È inaccettabile che donne e uomini possano competere uno contro l’altro negli sport da combattimento, cosa che noi (l’IMAFF) non sosterremo mai in nessun modo. Questo essenzialmente per ragioni di sicurezza e di fair play”.
Il punto sta nel discernere quello che è il desiderio femminile di potersi confrontare con la stazza maschile, con invece l’esigenza di organizzare e promuovere eventi del genere. Da una parte c’è l’ambizione a una definitiva parità che va oltre la cultura verso una supremazia nella sfera del naturale, mentre dall’altra uno speculare feroce e poco velato su tali questioni.
Se già soltanto è problematico e ambiguo voler cercare di abolire le differenze, qua non si parla nemmeno di questo, la faccenda è un’altra. L’importante è che il pubblico sbavi vedendo concretizzato il sogno di una vita, senza menzionare l’immedesimazione che ne consegue. Ma non siamo anche noi il pubblico?
E voi cosa ne pensate? Vorreste vedere match seri in cui uomini e donne si fronteggiano selvaggiamente? E in UFC, Amanda Nunes vs Cody Garbrandt vi sembrerebbe troppo?
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