UFC, Rose Namajunas punzecchia ancora la Zhang: “Non sei nemmeno libera di parlare”

UFC – Una Rose con le spine che pungono, bisogna ammettere. La Namajunas incalza ancora la Zhang con la sua narrazione anti comunista, sostenendo decisamente che la fighter cinese non è libera di parlare poiché le viene intimato cosa può e non può dire.

Proprio pochi giorni fa la rosa di origine lituana, è stata ospite da Ariel Helwani nel suo show su ESPN, nel quale si è esposta attraverso alcune dure dichiarazioni. Per lei “è meglio essere morti che comunisti“, senza se e senza ma.

Il giornalista gli ha chiesto il perché di queste speculazioni, alludendo al fatto che la Namajunas forse non avesse ancora elaborato il passato della sua nazione sotto il regime comunista. E per di più il fatto che in fondo la Zhang non ha mai espresso alcuna opinione politica che dir si voglia.

Ma la Rose non ci è stata e ha aggiunto altre dichiarazioni:

“Nessuno sa a cosa lei crede, il punto sta nel fatto che la obbligano a dire quello che vogliono. La mia esperienza con il comunismo è stata appunto che non si può avere un’opinione libera, non si possono fare critiche al governo”.

E inoltre aggiunge:

“Io posso parlare dell’America e dire quanto è imperfetta, quante cose sono vanno male e sono incasinate. Sono molto grata della libertà di cui godo”.

Beh, cosa dire? Di certo la Cina è un paese autoritario e sono noti gli abusi sui diritti umani. Non c’è libertà di espressione, di critica, e su questo la Namajunas può anche aver ragione.

Sbaglia però a generalizzare, alludendo pesantemente al fatto che tutti la pensino allo stesso modo. Anche ricollegandosi ai suoi traumi del passato, il comunismo attuale della Cina è diverso da quello dell’URSS nel periodo della guerra fredda, sebbene bisogna ammettere che la caratteristica dei totalitarismi è proprio quella di tenere sotto controllo la società.

Nonostante ciò vale la pena mettere dentro al calderone la Zhang?

Insomma per quanto sia adorabile in viso e brava sull’ottagono, la Rosa Baltica eccede in quello che dichiara andando per approssimazioni e frasi fatte. Tuttavia su una cosa ci azzecca veramente: sta costruendo una narrazione di neuromarketing sul modello dello scontro di civiltà.

Queste cose in realtà colpiscono l’emotività, piacciono al pubblico, fanno fare soldi e di conseguenza piacciono a UFC e zio Dana. E come biasimarlo?

Un ambiente pronto quello per la sfida di questa settimana a UFC 261 tra la Zhang e la Namajunas. Terreno politico, sfondo ideologico, preparano un ottagono di sangue per quello che molti ritengono il vero main event della serata, o almeno il più interessante.

E voi cosa ne pensate? Apprezzate tutto ciò?

Ditecelo nei commenti.

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Published
3 anni ago
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UFC
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Written by Angelo Cenni
Caporedattore di TWISTERMMA.IT, seguo le MMA praticamente fin dall'inizio perché mi piace veder il sangue che scorre. Però solo per questioni evolutive. Sì, anche perché amo la volontà di potenza.

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