UFC – 20 anni fa, il 4 maggio 2001, B.J. Penn faceva il suo debutto nelle MMA, ad UFC 31. Esattamente, debuttava in UFC. D’altronde, c’è un motivo se il suo soprannome è “The Prodigy”. Nel 2000, era diventato il primo non brasiliano a vincere i mondiali di Brazilian Jiu-Jitsu nella categoria cinture nere. Nel maggio 2001, a 22 anni, il suo primo incontro. Certamente erano altri tempi, ma anche nel 2001 un 22enne che esordiva direttamente in UFC era chiaramente un altro tipo di animale.
E infatti Penn entrerà nella storie delle MMA: diventerà campione dei pesi leggeri e campione dei pesi welter. È stato il secondo fighter nella storia a vincere il titolo in due categorie di peso diverse in UFC. Oltre a questo, ha anche stabilito il record di difese titolate a 155 libbre: due altri fighter (Benson Henderson e Khabib Nurmagomedov) lo hanno raggiunto, ma nessuno lo ha mai superato.
Quello di salire di peso, non è stato uno sfizio una tantum per vincere il titolo. Durante il periodo in cui militò nel K-1, arrivò a combattere e vincere nei pesi medi contro Rodrigo Gracie e alla pazzia più grande: sifdò il futuro campione dei massimi leggeri UFC Lyoto Machida in un incontro openweight. Perse per decisione unanime. Questa sua attitudine a volersi mettere alla prova così tanto, per un fighter che per stazza, con gli standard del taglio del peso odierni, combatterebbe nei pesi piuma, lo ha sempre messo dentro alle discussioni sui migliori fighter di sempre. Anderson Silva ha dichiarato che secondo lui Penn è il più grande fighter di sempre.
E non abbiamo ancora parlato di quello che succedeva dentro la gabbia: del suo background nel BJJ ne abbiamo già parlato. In poco tempo la sua boxe divenne micidiale: Freddie Roach, ai tempi, disse che la sua boxe era la migliore nelle MMA. Il suo mento e la sua resistenza divennero storia, la sua difesa dai takedown divenne metro di giudizio: la scala per giudicare la takedown defense di un lottatore andava da 1 a BJ Penn. Iconica ed epica anche la sua esultanza: finito il match, si leccava i guantini, a leccarsi via simbolicamente il sangue dell’avversario sconfitto.
Alla fine, il tempo ha avuto la meglio anche su BJ, come su tutti. Vedere tutte quelle righe rosse con scritto “sconfitta” nei suoi ultimi incontri, non fa di certo piacere. È meglio ricordarlo per tutte le gesta epiche in carriera e ricordarci anche di lui, insieme a tutti gli altri ex campioni lightweight, quando Charles Oliveira e Michael Chandler si contenderanno il “suo” titolo il 15 maggio, a UFC 262.
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