Durante l’evento UFC del primo maggio, Sean Strickland ha vinto contro Krzyszof Jotko per decisione unanime, ma prima di estendere la sua striscia di vittorie consecutive a quattro, ha vinto contro un’enorme avversità.
Nel 2018 “Tarzan”, tornando da una sessione di sparring in moto ha avuto un incidente a circa 45 migliaia orarie (70+ km/h). Dopo essere svenuto per ore, si è svegliato in ospedale circondato da medici ed agenti di polizia. A parte il trauma cranico e la moto distrutta, ha riportato un infortunio al ginocchio potenzialmente distruttivo per la sua carriera.
Due anni di stop, alla fine è tornato ed è tornato a vincere, ma a parte il futuro da lottatore inevitabilmente compromesso, ha dovuto combattere mentalmente con quello che gli è successo.
Ogni medico lo dava per spacciato, tutti gli dicevano che non avrebbe mai più potuto mettere piede nell’ottagono, e il tutto era avvenuto dopo una sconfitta per spinning-wheel kick che lo ha mandato KO ed una vittoria per TKO a seguire.
Era nei pesi welter, aveva perso solo contro l’attuale campione Kamaru Usman, Santiago Ponzinibbio, che all’epoca era molto promettente, e appunto con lo spinning wheel kick improvviso di Elizeu Dos Santos. Un fighter che fino a quel momento non era certo tra i più forti al mondo, ma la sua l’aveva detta. Poi l’infortunio, il trauma, addirittura due operazioni e il rischio di non poter tornare.
Ma Strickland ha saputo reagire: gli unici che lo supportavano e credevano in un suo ritorno erano le persone alle UFC Performance Institute e la sua famiglia.
Per quanto sappiamo che il supporto di chi ci è vicino sia fondamentale per riguadagnare motivazione, una sfilza di medici che ti dicono che non tornerai fa il suo effetto. E Tarzan stava per arrendersi, ma come da lui dichiarato, a 15 anni ha iniziato a combattere, a 17 ha lasciato la scuola per dedicarsi a tempo indeterminato alle MMA e “Bisping ha combattuto con un occhio solo e Nick Newell combatte con un solo braccio”. “Due cose so di me, che sono un perdente nella vita, ma un fighter, e torno.” E così ha fatto. Dodici settimane dopo l’infortunio ha ricominciato ad allenarsi nella boxe, facendo attenzione a non forzare il ginocchio operato. Da lì progressivamente ha ricominciato ad allenarsi in tutti gli ambiti, cercando di preservare quanto rimasto del ginocchio e di non crollare mentalmente, credendoci.
Due anni dopo, ad ottobre 2020, è tornato, ha vinto contro Jack Marshman, poi due settimane dopo ha vinto per TKO contro Brendan Allen, e sabato scorso ha annichilito l’elusività di Jotko vincendo per decisione unanime.
È tornato, vince, e direi anche che convince. Ora è il numero 11 della divisione dei pesi medi, ha una boxe e una precisione da far invidia e soprattutto è molto tecnico ed analitico. Sa quando colpire, come colpire e dove colpire, sempre. Ha solo 30 anni ed inizia a far preoccupare la top 10 della divisione, e chissà se un Kevin Holland, così antitetico rispetto a lui, possa essere un possibile avversario. Da una parte Strickland, calmo, silenzioso, preciso, dall’altra Kevin Holland e tutto il suo circo.
Sento di augurare a Sean Strickland una carriera UFC che lo farà sentire vincente, progredendo attraverso la dedizione e l’attitudine che l’ha portato a risalire a galla e puntare in alto. Superare un infortunio del genere e tornare a competere, soprattutto ad alti livelli, è una cosa che pochi riescono a fare, sia fisicamente che soprattutto psicologicamente. E questa storia va raccontata, può ispirare.
Forza Sean!
Comments
No Comments