MMA – Nato come Ryan McLaughlin, classe 1983, adesso si chiama Alana ed è una fighter al suo debutto da professionista nelle arti marziali miste. Parliamo di un altro caso di atleta trans dopo quello di Fallon Fox che sta facendo discutere già dalla fine dello scorso anno.
Ed è proprio nel settembre del 2021 che Alana McLaughlin ha disputato il suo primo match da professionista nella promotion americana Combate Global contro Celine Provost, portando a casa la vittoria con una ghigliottina a circa metà del secondo round.
A parte la vittoria incassata, il caso di Alana sta suscitando un certo dibattito in quanto per molti una persona transgender, in questo caso un uomo che è diventato donna, non debba poter combattere nelle divisioni femminili. La cosa che colpisce molti inoltre è il fatto che la fighter era un soldato dell’esercito americano di stanza in Afghanistan nel 2007.
Ma come lei stessa racconta, il suo sogno era diventare donna fin da quando era un bambino, nonostante la disapprovazione dei genitori e gli ostacoli che essi gli hanno posto davanti per accedere al percorso di transizione. E dopo l’essersi trasformata in una donna, adesso il suo sogno è quello di diventare una fighter professionista nelle MMA e dunque essere riconosciuta a livello internazionale.
Molti la inquadrano come un’imbrogliona per il fatto che la sua forza è decisamente superiore a quella delle fighter che appunto provengono dalle categorie femminili. Ma questo per lei non è un problema, anzi, poiché le critiche, le accuse e le ilarità nei suoi confronti, la rendono, a sua detta, ancora più forte.
A supporto della causa di chi vede violati i propri diritti, Alana entra nell’ottagono indossando l’emblematica maglietta “End Trans Genocide”. Per lei essere sotto gli occhi di tutti e subire l’odio dei suoi detrattori ormai è diventata un’abitudine che da tempo non la preoccupa più.
Accese accuse le sono state indirizzate anche da Sean O’Malley durante un episodio del suo podcast, dove il fighter americano asseriva come non sia giusto che un corpo fondamentalmente maschile, potesse accanirsi contro una donna in un match di MMA. Secondo lui il testosterone è troppo alto e i rischi per le donne avversarie sono significativi.
Della stessa idea anche l’ex campione UFC Michael Bisping, il quale non si sente stupito nell’aver visto la vittoria della McLaughlin nel suo ultimo match. Il fighter inglese, nello specifico, concentra l’attenzione sull’impossibilità da parte di una donna, di potersi liberare dalle prese a terra di un corpo, come detto sopra, maschile. Insomma per i due, questi tipi di match sono in buona sostanza degli scontri impari.
Per quanto si voglia essere analitici e puntigliosi sul discorso del testosterone, la realtà è che la Commissione di Boxe della Florida, ha approvato i livelli ormonali di Alana. A livello legale, dunque, tutto è legittimo: dagli incontri nelle MMA, ai possibili KO, all’appena vista sottomissione che le ha fatto vincere il match. Da un punto di vista etico, ognuno ha la sua interpretazione e visione della faccenda.
E voi cosa ne pensate? qual è la vostra opinione al riguardo? Fatecelo sapere con moderazione nei commenti.
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