UFC – Ad oggi nelle MMA il trend del trash-talking sconfinato è in discesa, visti gli scarsi risultati di chi lo ha sempre utilizzato e la noia che inizia a dare. C’è anche un’ammirazione per il fighter umile, silenzioso e composto. La preferenza è personale, ma per quanto mi riguarda credo ci sia chi lo ha nelle corde e chi no. Ostentare il caos da trash-talking è solo raccapricciante, divinizzare un fighter per la propria magica umiltà lo è altrettanto.
Assodato questo, Kevin Holland è un trash-talker, di quelli particolari però. E forse è proprio unico, e un po’ ci mancava.
Un nuovo personaggio
Personalmente, non mi è riuscito a stare davvero antipatico, mi ha ricordato qualche compagno di classe del liceo che doveva far per forza chiasso affinché gli altri ridessero, e a volte ci riusciva anche. Alla fine era abbastanza simpatico.
La differenza è che Kevin Holland è un serial killer dentro l’ottagono, quantomeno in piedi. E un chiaccherone così nella UFC non c’è mai stato, e ammettiamolo, è divertente.
Per quanto noi tutti avremmo un po’ goduto se una gomitata di Brunson gli avesse spento le luci, la bocca di Holland è stata la cosa più intrattenente del main-event, per quanto la card sia stata ricca di KO.
E questo è indicativo, ci ricorda che lo sport che amiamo è gran parte intrattenimento e che se non lo fosse, probabilmente lo seguiremmo molto meno. Parlando personalmente, l’ho visto in diretta e ho fatto le 6 di mattina. A volte vado a dormire stremato e deluso da main-event mediocri, domenica mattina non mi è successo.
Detto questo, Kevin Holland è a modo suo innovativo e rivoluzionario, o comunque uno sperimentatore. Il suo non credo fosse trash-talking per entrare nella mente dell’avversario, né per distrarlo, era semplicemente espressione di se stesso.
Ovviamente con Jacare Souza ha funzionato da distrattore ed è finita come è finita, ma credo che non si limiti ad essere una tattica molesta e poco legale (parlare nell’ottagono, UFC e non solo, non è consentito). Credo sia nella sua natura, lo fa perché lui è così, a priori dai secondi fini. Non offende, minaccia o cerca di intimorire, semplicemente non sta zitto un attimo.
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UFC: Kevin Holland è tremendamente istrionico
E come istrionico che si rispetti, c’è una quota di insicurezza, tant’è che Dana White ha commentato il match inferendo che quello di Holland sia stato un atteggiamento frutto di un mental breakdown causato dallo strapotere di Brunson nel wrestling.
Io non la vedo proprio così, credo sia stato in difficoltà, certo, ma credo abbia pensato molto di più a far parlare di sé che a vincere il match. E ci è riuscito.
Nelle pause tra i round chiedeva a Khabib consigli sul wrestling, durante il match parlava con Brunson come se fosse ubriaco ad un pub, dopo il match ha continuato col suo teatrino. Khabib ha riso e fatto una diretta su Instagram, sui social si è parlato di lui e io ci sto addirittura scrivendo un articolo. Kevin Holland è a casa con un record più brutto di prima, evidenti limiti di lotta su cui lavorare e una mezza idea di passare ai pesi welter. Ha infatti dichiarato che i pesi medi UFC sono piuttosto massicci e che essendo magro per la categoria, potrebbe anche scendere di peso in futuro.
In fin dei conti, ne è uscito abbastanza bene e con qualche follower in più.
In conclusione, quello di Holland è un trash-talking particolare. Ha vinto mediaticamente ma ha perso nell’ottagono, e credo i motivi siano due:
- Brunson non stava recitando in un film di Tarantino come lui.
- Ha pensato più a far parlare di sé che a combattere.
Ci è riuscito, ormai è nell’olimpo dei fighter attualmente famosi e la prossima volta che ci sarà un suo match lo vedremo con le orecchie attente.
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