UFC 263, il coach di Adesanya: “Il wrestling di Vettori? Non è come Blachowicz”

Per il main event di UFC 263, i più immaginano un match in cui Marvin Vettori punterà fin da subito sulle sue capacità nella lotta per impensierire Israel Adesanya ed evitare un confronto in piedi con l’ex kickboxer. Ma Eugene Bareman, coach di Izzy, non sembra d’accordo. A non convincere il volto della City Kickboxing è anche l’idea che le emozioni e il trash talking possano influenzare Vettori una volta in gabbia.

“Credo che rispetto al primo incontro, Marvin sia maturato mentalmente e fisicamente, quindi non so se sarà un grande fattore. Credo proprio che Israel sia riuscito a giocare un po’ con le emozioni di Marvin nel primo match, ma non credo che sarà così questa volta”.

Sul wrestling di Vettori:

“Va detto che Marvin aveva portato giù Israel, e Israel aveva comunque vinto. Marvin riuscirà a fare quello che ha fatto Jan perché non ci abbiamo lavorato? Fatevi due domande. Marvin è forte come Jan, campione del mondo dei pesi massimi leggeri? Sarà una sfida mentale interessante, perché Marvin viene da un ottimo team con un ottimo coaching staff. Abbiamo voglia di una bella battaglia con loro, siamo pronti e non vediamo l’ora”.

In effetti, per quanto Marvin possa sembrare emotivo fuori dalla gabbia, ha sempre mostrato la capacità di seguire un gameplan e non farsi influenzare dai fattori esterni. Pensiamo naturalmente al match con Kevin Holland come esempio migliore.

Successivamente, Bareman ha spiegato che combattere a giugno era quasi una necessità per The Last Stylebender, non solo una volontà.

“Israel voleva combattere. Questo incontro si terrà grazie a lui, non grazie a Marvin che si è creato un’ottima posizione. So che ai piani alti della UFC non erano contenti della sua ultima prestazione [contro Kevin Holland, ndr], a loro non piace vedere due che si abbracciano, senza azione. Vogliono promuovere i fighter che caricano il pubblico, e Marvin non lo ha fatto.

So che Israel vuole essere chirurgico e convincente. Questo lo motiva. Ma una delle cose che sottolineiamo sempre in questa palestra è che ti deve piacere ciò che fai. L’unico modo per avere successo in questo sport è essere assolutamente ossessionati e amare il combattimento. Izzy è così, ama combattere”.

In conclusione, sono arrivati chiarimenti inaspettati sulle bordate rivolte dalla City Kickboxing a Robert Whittaker, che non si è dato disponibile a combattere a UFC 263.

“Vi rivelo una cosa, è il momento giusto per farlo. Mi stavo solo divertendo. Robert può fare quello che vuole. Per la prima volta in vita mia mi sono divertito a trollare e posso capire perché Izzy lo faccia così spesso. Ho fatto un paio di interviste e ho portato avanti questa idea, che Robert non meriti la chance titolata. L’idea che sia pigro, che non combatterà mai più per il titolo, sono solo str*****e. Robert deve operarsi, anch’io ho una famiglia, datemi un po’ di credito! Ho quattro figli, ho fatto 48 incontri, mi sono infortunato spesso, pensate davvero che io…? Da quando ho fatto quell’intervista, ogni giorno mi mandano screenshot di fan di Whittaker che dicono che dovrei morire, insultano i miei genitori, ma è stato divertente, ci siamo divertiti, posso capire perché piaccia a Izzy, ma è stata la prima e l’ultima volta

Ci siamo divertiti, Izzy mi incoraggiava, del tipo “Devi dirne un’altra, parla di Robert che deve tornare in piscina”! Ma abbiamo imparato tutti a non fare caso ai social. Soprattutto per i fighter giovani può essere un grande ostacolo. Alcuni commenti erano divertenti, altri erano terribili”.

Bareman quindi capisce le circostanze che hanno portato Whittaker a rifiutare una chance titolata a giugno. La necessità di guarire, la voglia di passare del tempo con la famiglia e, più semplicemente, la difficoltà di accettare una chance titolata a UFC 263 poche settimane dopo una battaglia di 5 round con Kelvin Gastelum. Effettivamente le uscite di Bareman su The Reaper non sembravano coerenti con il personaggio del coach pacato e rispettoso visto finora.

Qui sotto l’intervista completa con Submission Radio.

 

 

Written by Gabriele Biasotto
24 anni. Conscio dell'immenso beneficio che le arti marziali e gli sport da combattimento hanno avuto per me voglio fare la mia parte per diffondere queste discipline nel modo corretto.

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