UFC, Francis Ngannou: “Potevano creare il titolo ad interim anche senza screditarmi”

La diatriba tra Francis Ngannou e la UFC è stata una delle storie più strane dell’anno. Dopo aver strappato la cintura dalla vita di Stipe Miocic, The Predator non aveva affatto mostrato l’intenzione di nascondersi, evitando di difendere la cintura. Tuttavia, ci ricordiamo tutti la narrazione messa in piedi dalla promotion per UFC 265, dove Cyril Gane ha sconfitto Derrick Lewis per un titolo ad interim che ha alzato più di qualche sopracciglio.

Francis è out, ora non vuole difendere, quando vorrà noi ci saremo, il titolo ad interim non delegittima affatto quello indiscusso. Soprattutto queste ultime affermazioni furono molto criticate dai fan, dato che il titolo ad interim venne visto come un modo per mettere pressione su Ngannou, il quale sarebbe stato pronto a combattere solo qualche settimana dopo. (Clicca qui per ripercorrere la vicenda).

Dopo l’annuncio dell’incontro per l’unificazione tra Ngannou e Gane a UFC 270, il camerunense è tornato sulla questione con Ariel Helwani, senza smorzare i toni.

“Il problema non è il titolo ad interim, ma il come. Da parte mia, so che era un modo per mettermi sotto pressione e non era corretto. L’ho trovato così strano e imbarazzante che non mi ha nemmeno dato fastidio. Ma quello che mi ha dato fastidio è il voler promuovere il match screditandomi e fingendo che fossi in vacanza. No, non ero in vacanza. Hanno usato anche un video da Embedded per fare quel giochino, screditandomi e facendo vedere che ero in vacanza.

Mi ha dato fastidio perché so che non è giusto. So che non è vero, stavano cercando di screditarmi e controllare la narrazione. Non ho un problema col titolo ad interim, ma potevano farlo senza sabotarmi”.

Ngannou avrebbe voluto combattere ancora prima di fine anno, ma gli era stato detto che gli eventi di luglio e agosto erano già pieni, mentre una data a giugno sarebbe stata impraticabile:

“Dovevano almeno darmi il tempo di andare a casa e far vedere la cintura alla mia gente, al mio paese, alla mia famiglia. Perché quella fretta? Negli ultimi anni ho combattuto due volte l’anno e all’improvviso devo difendere il titolo dopo due mesi? Perché questa fretta? Cosa c’è che non va? Perché non posso avere tre o quattro mesi come tutti?

Non ho ancora firmato un nuovo contratto. Innanzitutto c’è una clausola per i campioni e hanno provato a mettermi pressione per un rinnovo ma non l’ho firmato. Questo ha causato molto problemi, il fatto che non voglia firmare un nuovo contratto secondo certi termini.

Non mi sento protetto. Negli ultimi due anni ho combattuto due volte e ho dovuto farmi prestare dei soldi per vivere. Non interessa a nessuno. Non ho garanzie e non ho protezione, voglio qualcosa di meglio. La UFC è bellissima ed è una grande promotion. Amo essere qui. Ma la parte difficile è quella dietro le quinte. Amo combattere e amo la promotion, questo è fuori discussione. Però non so se la UFC voglia lavorare con me a lungo termine […], non puoi promuovere qualcuno e poi screditarlo”.

L’annuncio del match con Gane, arrivato in tempi relativamente rapidi, è un segnale che i rapporti tra The Predator e la UFC non sono proprio da buttare. Ma il resto delle dichiarazioni fa riflettere non poco sulla gestione del camerunense da parte della UFC. Abbiamo riassunto i punti salienti, qui sotto potete ascoltare l’intervista completa.

Written by Gabriele Biasotto
24 anni. Conscio dell'immenso beneficio che le arti marziali e gli sport da combattimento hanno avuto per me voglio fare la mia parte per diffondere queste discipline nel modo corretto.

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