UFC – La marcia di avvicinamento a quel che fu uno dei match più spettacolari del 2019, fu uno spettacolo grottesco e pietoso. Colby Covington si calò perfettamente nella parte di un super cattivo di un film di supereroi, contribuendo a generare una straordinaria attesa intorno al match. Match che sulla carta non sarebbe dovuto essere così spettacolare. E invece è impresso nella memoria di tutti lo spettacolo di quasi 25 minuti, fermato a solo un minuto dalla fine. Fu un match epocale e straordinariamente divisivo: Colby si presentò con il famigerato cappello MAGA, in onore dell’ex presidente Donald Trump, facendo di tutto il pre-match una grande campagna elettorale per il presidente, arrivando ad insultare Usman in tutte le maniere possibili, dai nomignoli (Marty Fakenewsman) agli insulti razziali (“ti ha chiamato la tua tribù per congratularsi? Ti hanno fatto i segnali di fumo?”).
Usman, di canto suo, recitò la parte del bravo, duro e puro. Nigerian Nightmare, si presentò con la faccia dipinta dai colori della bandiera nigeriana, si fece portatore e idolo della battaglia “noi contro loro”, tra razzisti e non razzisti. Nel tempo di Donald Trump in cui gli Stati Uniti erano divisi come non mai, l’incontro tra i due assunse un carattere simbolico, di risoluzione del problema con una bella scazzottata. Come nel più antico dei tempi, due uomini che rappresentavano le rispettive comunità risolvevano la diatriba con un duello all’ultimo sangue. Ovviamente questa gigantesca, teatrale e soprattuto finta narrativa creata, ha fatto felici tutti, in un mondo alla ricerca di eroi, Kamaru era l’eroe perfetto: nero, di origini nigeriane, che difendeva il suo status contro l’anti eroe per eccellenza, l’uomo bianco trumpiano, reazionario. E trionfava, spaccandogli la mandibola, urlando questa è per tutti voi, gli ho dato una lezione.
Due anni dopo, in un mondo stravolto dalla pandemia, con i temi sociali che, dopo un 2020 di BLM e lotta contro la rielezione di Trump, si sono affievoliti, la narrativa del razzista contro il nero non vende più tanto. E allora la UFC, Colby e lo stesso Usman vendono il match in maniera diversa. Si parla di questione personale, di vendetta, di “ti ho rotto la faccia”- “no non è vero”. Eroe ed antieroe che alla fine del gioco sono la stessa faccia della medaglia. Perché nessuno dei due credeva in nulla se non in quello che conveniva per accendere il fuoco del match, per vendere qualche pay-per-view in più. Oggi Kamaru Usman, ripreso durante il reportage della UFC pre match, Embedded, parla addirittura di rispetto per Colby Covington.
“Dopo aver condiviso l’ottagono per venticinque minuti ti aspetti che ci sia rispetto reciproco. È un peccato per come si comporti fuori, ma ho tanto rispetto per Colby, è un grande sfidante. E so che anche lui mi rispetta, magari non lo mostrerà, ma mi rispetta molto.”
Sono parole distensive che usa Kamaru. Il personaggio Kamaru Usman è molto complicato da decifrare. Quando parla così, sembra che venga fuori un aspetto più reale, che vada oltre ciò che è necessario per vendersi al grande pubblico. Il grande campione che mostra la sua superiorità con boria, che parla di scegliere, di doppiare, di spaccare la faccia, di mettere rispetto nel suo nome, sembra una grande recita. L’uomo pacato, calmo, che è mentalmente superiore, che sa quel che vale e gli basta essere se stesso, gli si addice di più. L’uomo che ha rispetto anche per il suo nemico più acerrimo, ma che in realtà tanto nemico non lo è. Probabilmente per Kamaru è veramente solo questione di fare un po’ di soldi, accrescere il suo status agli occhi del pubblico, e che in realtà tutta questa animosità non ci sia. Come d’altronde è stato con Masvidal.
Le parole di Usman sembrano sincere e veritiere. E probabilmente anche Colby, sotto sotto, ha rispetto per Usman. Anche lui è probabilmente ancorato al personaggio che si è creato, un personaggio finto, che dice solo cose divisive, sporche, degradanti. Che piace, e piace tanto perché assolve tutta una frangia di persone che invece la pensano davvero in quel modo. Se UFC 245 era stata una questione di lotta sociale, tra due poli opposti, UFC 268 si presenta invece come ciò che realmente è il duello tra Usman e Covington, only business.
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